Periagogè

Abbiamo rimandato a tempi migliori il trekking nella Lapponia svedese, decidendo infine per un itinerario sulle nostre Alpi. Con un piccolo gruppo, emergenza permettendo, cammineremo sulle montagne della Val Passiria, da rifugio a rifugio.

Siamo una scuola di Normodinamica, ci occupiamo di processi evolutivi e di cura, di formazione e sviluppo, quale ruolo assume quindi il viaggio nel nostro contesto?

Con l’aiuto di questa vecchia foto provo a rispondere.

Siamo in Sardegna nel Supramonte di Urzulei, in una delle zone più belle e selvagge d’Europa. Zaini pesantissimi con dentro tutto l’occorrente tra vestiti, tende, corde e scorte di cibo e d’acqua, armati solo di mappe IGM e di una buona dose di coraggio.

Era il 1995, sono passati circa 25 anni da allora, sono cambiate le forme, le attrezzature e le forze; le esperienze personali sono diventate più profonde e le competenze più precise e consistenti, così come il senso di questi viaggi si è via via maggiormente chiarito.

In questa irrequietezza esplorativa, negli anni abbiamo attraversato posti bellissimi, accessibili solo con la lenta fatica del cammino; e così con l’aiuto del silenzio e della parola, nell’ambivalenza dei sentimenti tra il piacere della condivisione e il bisogno di solitudine, i nostri sguardi si sono contemporaneamente aperti su orizzonti di rara bellezza e paesaggi interiori insospettabili, ma ciò che è rimasto invariato è il fine, il “telos” che continua a conferire senso alla vita della nostra scuola: la ricerca di una semplicità essenziale nella maggiore coincidenza tra idea e vita.

Auguro a tutti la continuità del viaggiare.

A. Ricci